Installazione artistica partecipativa con il Liceo Artistico “M.Delitala” di Lanusei a cura della prof.ssa Rossana Fancello e prof. Gianleonardo Viglino in collaborazione con ASARP Uno – cooperativa sociale.
Informazioni:
+39 324 5875094
“Quando non ero e non era il tempo
Quando il caos dominava l’universo
Quando il magma incandescente colava il mistero della mia formazione
Da allora il mio tempo è rinchiuso in una crosta durissima
Ho vissuto ere geologiche interminabili
Immani cataclismi hanno scosso la mia memoria litica
Porto con emozione i primi segni della civiltà dell’uomo
Il mio tempo non ha tempo.”
Pinuccio Sciola
L’opera Il suono del tempo è l’omaggio che la classe 2A del Liceo Artistico di Lanusei porge all’artista Pinuccio Sciola, in segno di riconoscenza per la smisurata eredità culturale che il maestro ha lasciato. Mossi da profonda curiosità per il tema del Tempo, gli alunni e le alunne sono giunti all’elaborato proposto, dopo una serie di lezioni sull’argomento (una delle quali tenuta dalla stessa Maria Sciola Direttrice della Fondazione Sciola) e la produzione di numerose bozze.
La classe, guidata dai docenti Prof. Gianleonardo Viglino e Prof.ssa Rossana Fancello verso una soluzione condivisa, sia sotto l’aspetto formale che riguardo la sua poetica, propone un’opera che si presenta a metà tra un’installazione polimaterica e un murale. Realizzata su supporti di metallo arrugginito e lamiere sagomate, su fondo pittorico, Il suono del tempo indaga il processo creativo di Sciola, ritratto con un segno grafico essenziale che richiama la stesura delle prime bozze e si trova al centro di una complessa macchina del tempo.
L’opera restituisce visivamente il tumulto della generazione dell’idea e del concetto celato dalle pietre sonore, nelle quali l’artista ha cercato la memoria del tempo, intercettata nella profondità della materia che il suo genio creativo ha decodificato in vibrazioni, suoni ed emozioni.
Nella porzione sinistra della parete della via San Sebastiano di San Sperate, l’intervento pittorico, con la scelta della sua gamma cromatica, che vira dai toni della terra alla scala dei grigi, prosegue in fasce orizzontali che esprimono l’assimilazione dell’elemento naturale e delle tracce di antiche civiltà. La sedimentazione del tempo espressa da questo elemento pittorico prende vita e si libera, passando per le ruote dentellate ed i meccanismi di una sorta di Antikythera, i cui articolati ingranaggi simboleggiano la pratica del lavoro, attraverso il quale prende forma l’idea.
Il suono della pietra si divincola dalla rigidità orizzontale in fasce curve dai colori brillanti che attraversano il cancello adiacente la parete e che si dissolvono in frammenti… l’atto creativo è compiuto, si ibera da schemi rigidi e stringenti costrizioni, come farebbe la musica.