Un urlo, una forte denuncia e una testimonianza sul degrado al quale va incontro la terra con l’indiscriminata deforestazione e lo sfruttamento delle risorse naturali e ambientali.
Con queste parole Pinuccio Sciola immaginava Era una foresta, un grande parco-museo che fosse luogo di riflessione e meditazione sulla natura, di impegno e azione per la sua salvaguardia.
Il progetto fu concepito alla fine dello scorso millennio – quando il disboscamento e gli incendi nella foresta amazzonica resero ogni giorno più evidenti e drammatiche le ferite inferte al nostro pianeta – configurandosi come espressione e sintesi della profonda sensibilità ambientale e ambientalista che da sempre ha costituito un presupposto fondamentale della ricerca dell’artista. Almeno a partire da quando, nel 1976, durante la Biennale di Venezia, Sciola decise di riempire Piazza San Marco di tronchi di legno combusto che simulavano corpi umani.
Elaborato e rivisitato nel corso di diversi anni – inizialmente indicato come “Il fuoco e la foresta” – lo studio del parco-museo prevedeva l’installazione di centinaia di sculture, simboleggianti tronchi di alberi tagliati, bruciati e pietrificati, in un grande e arido spazio all’aperto in Sardegna, terra madre anch’essa continuamente violata e martoriata dal fuoco. Un monito, una dolorosa esortazione a fermare la strage prima del “punto di non ritorno” – Before the Flood, come nel titolo del documentario di Leonardo di Caprio per National Geographic, del 2016 – e allo stesso tempo un grido di speranza e una possibilità di rinascita.
Del progetto – purtroppo mai realizzato – rimangono decine di disegni, fotografie, fotomontaggi e appunti che per la prima volta vengono ora esposti in questa mostra, nata dalla collaborazione tra il MUACC Museo universitario delle arti e delle culture contemporanee e la Fondazione Sciola. Introdotta dall’evocazione immersiva e quasi surreale della foresta pietrificata, l’esposizione propone un allestimento dei materiali progettuali appositamente studiato per sottolineare il metodo di lavoro del maestro, basato sulla continua, talvolta quasi ossessiva rielaborazione di idee e immagini. Ogni foglio costituisce un unicum, reca un segno, un intervento che lo differenzia da tutti gli altri: infinite variazioni sul tema, che testimoniano un’instancabile vena creativa, lo sviluppo costante di una ricerca condotta con rara coerenza nell’orizzonte di una relazione simbiotica e inscindibile tra arte e natura. Numerose le differenti declinazioni compositive e cromatiche, con i verdi che lasciano il posto ai gialli, ai marroni e ai neri, l’accendersi lirico e tragico insieme di cieli riarsi. E la citazione della Cacciata dal paradiso terrestre di Masaccio, emblema di un’umanità condannata dalle proprie irresponsabili e sciagurate scelte.
Giuseppe Sciola, noto Pinuccio, artista autorevole nel panorama contemporaneo internazionale, più di ogni altro in Sardegna, tra XX e XXI secolo, ha indagato in maniera costante, originale, poetica il rapporto tra arte e natura.
Nasce a San Sperate nel 1942 da una famiglia di contadini. Conseguito il diploma di maturità artistica a Cagliari, perfeziona i suoi studi a Firenze e a Salisburgo dove segue i corsi di Oskar Kokoschka, Emilio Vedova ed entra in contatto con diverse personalità artistiche. Nel 1967 è all’Università della Moncloa a Madrid, mentre l’anno successivo si trova a Parigi, in coincidenza del maggio francese. Dalla fine degli anni Sessanta intraprende l’opera di trasformazione di San Sperate in un autentico Paese Museo. Nel 1973, a città del Messico, lavora con il grande muralista Alfaro Siqueiros; nel 1976 è alla Biennale di Venezia “Ambiente, partecipazione, strutture culturali”. Gli anni Ottanta sono costellati di riconoscimenti, con importanti esposizioni in Italia e all’estero. Nel 1994 conferma la sua poetica di un’intima e stretta relazione tra arte e natura, esponendo nel parco del castello di Ooidonk in Belgio; nel 1995 partecipa alla III Biennale di Arte Natura di Niederlausitz nei pressi di Berlino. Dell’anno successivo sono la personale “Coeur de pierre” nel parco del Trianon Palace di Versailles e la mostra nel parco del Kunst Project di Barendorf, a Vienna. La sua incessante curiosità e la voglia di conoscere e confrontarsi in un contesto dal respiro internazionale, lo portano a viaggiare spesso per il mondo. Nascono le Pietre Sonore, suonate per la prima volta nel 1996 al Festival Time in Jazz di Berchidda. Nel 2002 Renzo Piano fa collocare un grande basalto nel giardino prospiciente il nuovo Auditorium della Musica a Roma. Nel 2003, dopo ventisette anni, Sciola torna alla Biennale di Venezia. Nel 2010 è nominato Presidente della commissione regionale per il Paesaggio e la qualità architettonica. Il 20 febbraio 2012, in occasione della visita a Cagliari del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, vengono inaugurati di fronte alla Stazione Marittima tre monoliti, rispettivamente in granito, calcare e basalto, simboli della Sardegna e del tricolore. Il 12 giugno dello stesso anno Napolitano nomina l’artista “Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana”.
Pinuccio Sciola muore il 13 maggio 2016: San Sperate si veste di bianco, con lenzuola e drappi appesi ovunque alle finestre e ai balconi, per ricordare quella rivoluzione artistica iniziata proprio dai muri candidi dell’amato paese. A San Sperate si trovano oggi la casa-studio, dove ha sede la Fondazione, e il Giardino Sonoro, il museo all’aperto dell’artista, luogo nel quale l’unione tra arte e natura raggiunge la sua massima espressione.
Dal 16 Maggio al 28 Luglio 2023
MUACC Museo universitario delle arti e delle culture contemporanee
Università degli Studi di Cagliari
Magnifico Rettore
Francesco Mola
Direttore Generale
Aldo Urru
Dirigente
Simonetta Negrini
Direzione qualità, servizi bibliotecari e attività museali
Referente Scientifico
Rita Pamela Ladogana
Curatrice
Simona Campus
Fondazione Sciola
Presidente del Consiglio di Amministrazione
Chiara Sciola
Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione
Tomaso Sciola
Direttrice Generale
Maria Sciola
Direttrice organizzativa Festival Sant’Arte
Elisabetta Villani
Un progetto di
Fondazione Sciola / MUACC Museo universitario delle arti e delle culture contemporanee
For English version: